Air - La storia del grande salto

AIR – LA STORIA DEL GRANDE SALTO | Recensione del film di Ben Affleck

La carriera da attore di Ben Affleck è un continuo sali e scendi. Non si può dire altrettanto per quella da sceneggiatore e regista che gli sono valsi due prestigiosi Premi Oscar (Will Hunting e Argo). E chissà se con il suo ultimo film, Air – La storia del grande salto, non si aggiungano nuovi importanti riconoscimenti.

Le regie di Affleck hanno portato a bellissimi film dal forte impatto emotivo. Titoli come Gone Baby Gone, The Town e Argo sono diventati dei veri e propri cult, ancora molto apprezzati dal pubblico. Sette anni dopo la sua ultima, modesta, regia, Live by Night, Affleck torna dietro la macchina da presa. Ed Air – La storia del grande salto è una delle migliori pellicole di questo inizio 2023. Un film avvincente e coinvolgente, nonostante si svolga in gran parte tra uffici pieni di scartoffie e lunghe telefonate, e nonostante (quasi) tutti conoscano già il finale.

Ambientato a metà anni Ottanta, Air racconta un’epoca in cui Nike era solo la terza azienda di scarpe al mondo dietro a Converse e Adidas. Il brand cercava un modo per non chiudere la divisione basket. Per aumentare le vendite la maggior parte dei manager voleva investire il budget delle sponsorizzazioni per ingaggiare tre giocatori NBA. Uno di loro, Sonny Vaccaro (Matt Damon), ha l’idea del secolo: mettere sotto contratto un solo giocatore, Michael Jordan, un rookie che non ha mai giocato una partita da professionista. L’unico problema è convincere Phil Knight (Ben Affleck), CEO Nike, a fare la più importante scommessa della sua vita. E poi – impresa ancora più difficile – parlare con Jordan pronto a firmare con Adidas.

Il punto forte di Air è senza dubbio il cast. Matt Damon si cala perfettamente nel ruolo di Vaccaro, manager che ha rivoluzionato per sempre il mondo dello sport, con un’emotività e un senso dell’umorismo che lo rendono l’eroe della tipica storia americana di successo. Jason Bateman è intenso come Rob Strasser, manager pubblicitario della Nike che aiuta Sonny nel suo folle piano mettendo in gioco la sua vita privata. Affleck ha scelto di interpretare il capo della Nike, Phil Knight, dandogli un tocco di colore. Anche Marlon Wayans, Chris Tucker e soprattutto lo sbruffone Chris Messina hanno il loro momento di gloria e rubano più volte la scena ai protagonisti.

E poi c’è la grande Viola Davis, che interpreta la madre di Michael, Dolores Jordan. Il suo punto di vista è quello di chi sa già come andranno le cose, perciò attende solo che gli eventi seguano il giusto percorso. Nelle poche scene che interpreta appare chiaro il motivo per cui lo stesso Jordan ha richiesto alla produzione di ingaggiarla.

La sceneggiatura di Air, scritta dall’esordiente Alex Convery, si presta ad alcune potenziali critiche. In alcuni momenti tutto il pathos ruota intorno a discorsi motivazionali degni di uno spot Nike. Per fortuna in Air c’è molto altro. Nel film assistiamo al lavoro meticoloso di professionisti che fanno tutto il possibile per aiutare un giovane atleta a realizzare il suo incredibile potenziale. Convery e Affleck sono ben consapevoli dell’importanza del fattore umano e sanno che devono gestirlo e sfruttarlo senza trascurare il messaggio più importante: il sogno americano. Air è un film che ispira, commuove e diverte, mentre racconta non solo una storia già nota, ma la storia di persone che sono semplicemente brave nel proprio lavoro e cercano di fare quadra per raggiungere un obiettivo comune. Cosa che è riuscita a fare in modo apparentemente semplice e naturale Affleck rendendo emotivamente coinvolgente un contratto firmato su un pezzo di carta.

Al successo di Air – La storia del grande salto ha anche contribuito la scelta del regista di non mostrare mai il volto di MJ. La sua presenza è costante in tutte le due ore del film ed è ovviamente il centro della storia. Affleck però sapeva che mostrare Jordan più di quanto non faccia (di spalle) avrebbe distolto l’attenzione dal racconto. Sapeva anche come utilizzare il cast di supporto, senza mai esagerare con le interpretazioni di Davis o Messina per non mettere in secondo piano il Sonny di Damon. Il regista ha raggiunto così un perfetto equilibrio. Sa esattamente cosa sta facendo e sa come costruire l’attesa, lavorare sulle emozioni e raccontare una storia di una scarpa, la “Air Jordan”, che è solo una scarpa fino a quando non la indossa Michael.

(Air – La storia del grande salto di Ben Affleck, 2023, biografico, 112′)