cena con delitto

CENA CON DELITTO – KNIVES OUT | Recensione del film di Rian Johnson

Nel corso della sua vita Agatha Christie ha scritto più di 60 romanzi gialli utilizzando ogni espediente narrativo conosciuto per raccontare in modi diversi l’omicidio. Dopo tutto l’abuso che si è fatto di questo materiale nel magico mondo dell’intrattenimento del 21esimo secolo, come può lo spettatore aspettarsi qualcosa di nuovo e originale? Forse è proprio per questo che il giallo è diventato un genere antiquato e attualmente poco in voga: il cinema ha adattato sempre gli stessi romanzi, le stesse storie per il piacere di rivisitare quei mondi, almeno fino ad adesso.

In questo letargo culturale entra in punta di piedi Rian Johnson, che è reduce da un rapporto odi et amo con i fan di Star Wars dopo aver diretto Gli ultimi Jedi, il penultimo film della nuova trilogia che si concluderà il prossimo Natale con L’ascesa di Skywalker di J. J. Abrams. Il talento di Johnson come regista e scrittore di storie thriller non lo mettiamo di certo in discussione; non solo ha un grande amore per il cinema di genere (Brick), ma ha la capacità di osservare in maniera distaccata il quadro generale anche quando sembra più inestricabile (Looper).

Come tutti i gialli che si rispettino il film ha inizio con l’iconica frase “Vorremmo solo fare qualche domanda…”, incipit necessario per introdurre la storia del famoso scrittore di noir Harlan Thrombey (Christopher Plummer), trovato morto dopo aver festeggiato il suo 85° compleanno. Con una ferita sul collo e un coltello in mano, all’apparenza sembra un semplice caso di suicidio ma ben presto scopriamo che non è così. I sospetti del presunto delitto ricadono sulla sua “amorevole” e numerosa famiglia, interpretata da un variegato cast, da Jamie Lee Curtis a Chris Evans (non proprio a suo agio nei panni civili), da Michael Shannon a Toni Colette. I personaggi di Johnson (non tutti a dire il vero) sono delle macchiette imprevedibili e psicologicamente instabili che si destreggiano tra retroscena, rapporti conflittuali e segreti.

Invece dell’arcinoto Hercule Poirot, qui è l’investigatore privato Benoit Blanc, anche detto “l’ultimo dei detective gentiluomini”, interpretato da un convincente Daniel Craig, ad avere tutte le carte in regola per risolvere il caso/mistero/delitto: saggezza, perspicacia e intuito. Sono esattamente le qualità che il pubblico si aspetta da un detective ma qui troviamo anche dell’altro: gentilezza, umanità e fragilità, sentimenti che suscitano nello spettatore empatia e simpatia. È un ruolo che Craig ricopre con estrema naturalezza, aiutato certamente dagli abiti su misura di James Bond.

Con Cena con delitto – Knives Out il compito sembrava – in principio – molto arduo: riuscire a svecchiare un genere che solo pochi anni fa Kenneth Branagh ha riportato in auge sul grande schermo con l’adattamento “action” di Assassinio sull’Orient Express (prossimamente di nuovo in sala con Assassinio sul Nilo). È un film costruito ingegnosamente, non segue una struttura tradizionale e incanta con i suoi continui colpi di scena (mai banali e fini a se stessi), lasciando lo spettatore con il fiato sospeso fino alla fine (e la testa gira, gira…).

Realizzare un film del genere è come preparare il cocktail perfetto. Bisogna bilanciare i sapori fino a quando non si raggiunge la giusta armonia. Knives Out riesce a trovare l’equilibrio e per questo funziona così bene. Gli attori in scena si sentono parte di un meccanismo ben oliato in tutte le sue parti, soprattutto nella sceneggiatura, scritta dallo stesso regista; i loro ruoli sono ben definiti in ogni minimo particolare. Le vicende che mano a mano si incastrano come un puzzle proseguono in maniera serrata e diretta portandoci all’epilogo tutto di un fiato.

È un piacere vedere un giallo ambientato ai giorni nostri, considerando quello che abbiamo detto poc’anzi. Nonostante il tono scanzonato e leggero, Johnson ha colto l’opportunità per analizzare le reazioni di una famiglia ricca e bianca proprio quando la loro posizione privilegiata è minacciata da un’infermiera straniera di nome Marta (Ana de Armas). Quando la famiglia discute di politica, sentiamo la frase “L’America è per gli americani”. Ritroviamo anche un po’ del genere social thriller della filmografia di Jordan Peele, e proprio come il regista di Us Johnson ha le idee chiare sul mondo in cui viviamo, senza però essere cinico. Cena con delitto – il titolo italiano del film – è la prova che la satira pungente non deve per forza esistere a scapito della vera umanità.

Dire di più potrebbe rovinare il gioco, ma una cosa la vogliamo aggiungere: Knives out è un film irriverente, intelligente, ma soprattutto divertente dall’inizio alla fine, un giallo moderno e al tempo stesso popolare, degno di essere accostato al nome di Agatha Christie.

(Cena con delitto – Knives Out, di Rian Johnson, 2019, giallo thriller, 131′)