Ci voleva un regista come Sam Raimi per portare un po’ di novità nell’universo cinematografico Marvel. Doctor Strange nel multiverso della follia rappresenta infatti un nuovo modo di intendere i cinecomic. Probabilmente destinato a rimanere un episodio unico, il film di Raimi introduce nuovi temi e toni che ampliano i generi e portano indietro nel tempo.
Più che un seguito del film del 2016, Doctor Strange nel multiverso della follia è soprattutto il film di partenza per l’espansione del multiverso Marvel. Dopo i fatti di Avengers: Endgame e gli incidenti di Spider Man: No Way Home, il dottor Strange e Wong si trovano ad aiutare una ragazzina sbucata dal nulla inseguita da demoni multidimensionali. Si tratta di America Chavez, una giovanissima capace di muoversi tra i vari livelli del Multiverso. Per questo suo potere che ancora non riesce a controllare, è braccata da strane creature. Per aiutarla, Strange cerca l’aiuto di Wanda Maximoff, ma scopre che qualcosa di terribile ha sconvolto per sempre l’ex Avenger.
Riuscire a godersi un film Marvel senza le debite coordinate sta diventando sempre più complesso. Per capire fino in fondo Doctor Strange nel multiverso della follia c’è bisogno di aver visto il primo film, gli ultimi Avenger, l’ultimo Spider Man, la serie tv WandaVision, almeno un paio di episodi dell‘altra serie What If? e di Loki.
L’espansione dell’universo cinematografico Marvel verso la fase 4 pretende legami sempre più saldi tra le varie produzioni. Se siete indietro con le visioni – o soprattutto se volete semplicemente godervi un film – armatevi di pazienza e Wikipedia per unire i vari punti. Altrimenti, limitatevi a godere delle immagini. Doctor Strange nel multiverso della follia è infatti un concentrato di sequenze spettacolari in cui si vede tutta la potenza dell’immaginazione di Raimi.
Dopo aver inventato una nuova strada per i cinecomic con i suoi Spider Man – che hanno introdotto per la prima volta la fragilità psicologica nei supereroi – per il suo ritorno nel mondo Marvel Sam Raimi decide di guardare al passato della sua carriera.
Doctor Strange nel multiverso della follia è infatti un trionfo fantasy/horror che fa venire in mente i film di La casa e L’armata delle tenebre. Una svolta verso un immaginario cinematografico che non ha precedenti tra le produzioni Marvel. Sam Raimi è senza dubbio il regista che più di tutti fa notare la propria mano in un film MCU, molto più del Thor shakespeariano di Kenneth Branagh o degli eterei Eternals di Chloé Zhao.
Il regista si è messo al servizio dei piani della Marvel ma non ha rinunciato alla propria identità. Quello che porta sullo schermo è l’aspetto più oscuro dei fumetti. Un racconto a tinte horror in cui non manca mai l’ironia.
Se Spider Man: No Way Home sembrava soprattutto voler accontentare una fanbase più vasta possibile con l’effetto sorpresa, Doctor Strange nel multiverso della follia si preoccupa invece di spiazzare svuotando di importanza i rumor e le varie anticipazioni circolate in rete.
Il risultato è un film ampio, complesso e visionario. Gli appassionati Marvel troveranno di che esaltarsi e tanto materiale per elucubrare sui prossimi sviluppi del multiverso. Chi si accontenta della semplice esperienza filmica, invece, uscirà con gli occhi pieni di immagini da ricordare e una discreta confusione in testa.
Rimanete seduti fino alla fine dei titoli di coda perché ci sono due scene post credit.