Dal 24 marzo un ricco programma gratuito di lunghi e corti da Oscar per un lungo viaggio attraverso la memoria affettiva.
Il Festival del Cinema del Quebec, chiamato anche Giornate del Cinema Quebecchese in Italia, giunge alla sua diciannovesima edizione e sceglie come tema principale quello della memoria affettiva. Attraverso cinque lungometraggi e diciannove corti, i registi esplorano l’argomento sotto diversi punti di vista, andando dal ricordo al sogno.
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IL PROGRAMMA DELLA RASSEGNA
I LUNGOMETRAGGI
Tra i lungometraggi, il documentario Je m’appelle humain racconta la vita e le opere della poetessa canadese Joséphine Bacon. Questa carismatica e sensibile donna cerca di mantenere vivo il legame con un popolo multimillenario, trasmettendo il suo sapere alle generazioni attuali. Così, la regista Kim O’Bomsawin ci ricorda l’importanza di non dimenticare determinate culture, tradizioni e lingue.
Candidato agli Oscar 2022 e presentato al Toronto International Film Festival, Les Oiseaux Ivres di Ivan Grbovic tratta della ricerca di un amore perduto. Attraverso viaggi e vari destini che si intrecciano, Willy finirà per lavorare alla fattoria Bécotte, vicino a Montreal. Il risultato è un film drammatico con dei richiami al realismo magico.
La regista e artista Caroline Monnet predilige fin da sempre le tematiche legate all’identità e alla memoria. Dopo essersi formata alla Cinéfondation del Festival di Cannes, esordisce con il suo primo film Bootlegger. La protagonista Mani, studentessa in legge, ritorna nel nord del Quebec dove è cresciuta. Gli abitanti del villaggio stanno decidendo se legalizzare la vendita dell’alcool e la ragazza verrà coinvolta pienamente nel progetto.
Per gli amanti dell’animazione, Archipel di Félix Dufour-Laperrière sarà un’intrigante scoperta. Presentato al Festival di Rotterdam e ad Annecy 2021, il lungometraggio animato crea delle isole immaginarie, dove è difficile distinguere il sogno d’alla realtà. Le numerose tecniche utilizzate creano un universo coinvolgente, poetico e visualmente incisivo.
Il quinto film è Le Bruit des Moteurs di Philippe Grégoire, presentato al Festival di Cinema di Torino. Alexandre è istruttore alla dogana del Quebec ma viene sospeso per rapporti sessuali inappropriati. È costretto a tornare nella sua città natale dove incontrerà una pilota islandese ma i problemi per lui non saranno finiti.
I CORTOMETRAGGI
I cortometraggi non ci sorprenderanno di meno: tra i candidati agli Oscar 2022 troviamo Les Grandes Claques d’Annie St-Pierre che ci immerge in un costesto natalizio propizio a risolvere questioni familiari e Frimas di Marianne Farley tratta del tema dell’illegalità dell’aborto.
Tra i diciannove corti, numerosi sono quelli di animazione. Marie Valade è l’autrice di Lolos, che vede une giovane donna che disegna a china destabilizzarsi dalla crescita di seni di carta sul suo petto. Su un tono tragicomico, Mademoiselle Pigeon di Alexandra Myotte è ambientato nel 1917 e segue le vicende di un soldato che promette di scrivere una lettera al giorno alla bella Mademoiselle Pigeon.
La Chambre des Filles è, invece, un meraviglioso lavoro in stop-motion. Claire Brognez propone di osservare il rapporto tra due sorelle adolescenti, una delle quali apre il suo scrigno del tesoro senza sapere che sotto al letto si è nascosto qualcuno… Saremo altrettando stupiti dalla scenografia dettagliata di La Grogne di Alisi Telengut e dal tema della ricerca d’affetto che una figlia vuole ottenere dal padre. Una favola sull’equilibrio familiare, colorato da un pizzico di umorismo nero. Scars si discosta lievemente dalle opera sovracitate per avvicinarsi al genere del documentario. Qui, le cicatrice di Alex Anna prendono vita per raccontarci la loro storia.
Parlando di documentari, Y’a pas d’heure pour les femmes è ambientato a Tunis, nel novembre del 2019 ad un passo dalle elezioni presidenziali. Un salone di bellezza diventa un vivace luogo di dibattiti politici. Chanson pour le nouveau monde ripercorre i ricordi di una giovane donna che ha trascorso l’infanzia su un’isola caraibica. Landgraves di Jean-François Leblanc è invece un piccolo thriller legato al mondo del heavy metal.
Odehimin è forse il più sperimentale e ci racconta in un modo insolito l’importanza di riconnettersi con se stessi e imparare ad amarsi nuovamente. Se ci si vuole svagare un poco, Monsieur Cachemire è una commedia su un misterioso ed eccentrico uomo che entra in una banca… e non mancheranno corti musicali, drammi e opere che oscillano tra realtà e fantasia.
Una programmazione che ci tiene ancorati a trame narrative originali e che ci avvicinano alla lontana terra del Quebec che riscopriamo sempre con grande desiderio.