Doveva essere il film d’esordio di Mattia Torre, è diventato, purtroppo, il suo testamento. Figli, commedia amara sull’essere genitori, nasce da un intervento di Torre su Il foglio divenuto poi un monologo letto da Mastandrea in tv. Al centro c’è l’esperienza, devastante, dell’arrivo di un secondo figlio quando non si è più molto giovani.
Mattia Torre è stato un grandissimo scrittore di sceneggiature, testi teatrali, libri e serie tv. Insieme a Luca Vendruscolo e Giacomo Ciarrapico ha inventato, scritto e diretto la serie italiana per eccellenza, Boris, e il sottovalutato film Ogni maledetto Natale. Figli doveva essere il suo primo passo cinematografico in solitaria. Purtroppo è mancato prima di finirlo.
Lo ha completato Giuseppe Bonito, già assistente alla regia in Boris, al ritorno dietro la macchina da presa dopo l’interessante Pulce non c’è del 2012. Il film sceglie Valerio Mastandrea e Paola Cortellesi per espandere le tematiche dell’articolo/monologo e mette in scena la fatica di due genitori alle prese con il secondo figlio,«arrivato come una deflagrazione». Nicola ha una gastronomia di buon successo, Sara lavora come ispettrice sanitaria. Hanno una figlia di sette anni e un relativo equilibrio. Il nuovo bambino li scaraventa in una spirale di risentimento, riflessioni e, soprattutto, tanta stanchezza.
Mastandrea e Cortellesi sono amici da sempre e hanno fatto coppia sul piccolo schermo in diverse occasioni, dal videoclip di “La descrizione di un attimo” dei Tiromancino ad alcuni programmi tv. Questo è il primo film che fanno insieme. La loro intesa personale è alla base della loro perfetta credibilità sullo schermo.
In un film in cui tutto si basa sulla rappresentazione della vita familiare loro due sono perfetti, sia nei momenti di felicità che in quelli di tensione coniugale. Se per Mastandrea si tratta di un’ulteriore conferma del suo talento, è un piacere vedere Cortellesi di nuovo alle prese con un ruolo più articolato di quelli che le riservano le commedie di grande successo a cui si è dedicata negli ultimi anni.
Intelligente e strutturato, Figli si concede molti momenti di riflessione amara sulla vita di coppia e sul rapporto genitori-figli. A volte scivola in degli eccessi di enfasi retorica nel parlare di generazioni, società e opportunità negate, ma lo fa sempre con intelligenza.
Non c’era bisogno di questo esordio cinematografico per rendersi conto che è un peccato enorme aver perso un narratore come Mattia Torre. Avrebbe potuto continuare a scrivere cose bellissime e autentiche. Figli è solo un’altra conferma.
E voi? Siete riusciti a vedere Figli in anteprima? Lo avete recuperato al cinema? Fateci sapere cosa ne pensate nei commenti!