fiore mio recensione

FIORE MIO | Recensione del documentario di Paolo Cognetti

Classificazione: 3 su 5.

Paolo Cognetti ci porta nuovamente tra le montagne, insieme al suo inseparabile amico a quattro zampe Laki, questa volta in un’esperienza più intima e personale. Con Fiore Mio, l’autore di Le otto montagne ci invita in un viaggio introspettivo sul Monte Rosa, un luogo che trascende la semplice geografia per diventare un simbolo di radici, cambiamento e fragilità.

Il documentario, che vede per la prima volta Cognetti nei panni di regista, attore e sceneggiatore, è un inno alla bellezza selvaggia delle nostre amate Alpi, ma anche un’amara constatazione degli effetti del cambiamento climatico. La scomparsa della sorgente di Estoul, un evento che ha profondamente toccato l’autore, diventa il catalizzatore di una riflessione più ampia sulla vulnerabilità degli ecosistemi montani.

In Fiore Mio Cognetti ci regala immagini suggestive, ritraendo la montagna in tutte le sue sfaccettature, come in un moderno omaggio alle “36 vedute del monte Fuji” di Hokusai. Attraverso lo sguardo attento della telecamera, esploriamo sentieri battuti e panorami mozzafiato, ma anche angoli nascosti e segni del tempo che passa.

La presenza di personaggi autentici che popolano questi luoghi fuori dal tempo, come Remigio, Arturo, Marta, Corinne, Mia e Sete, arricchisce il racconto, offrendo varie prospettive sulla montagna e interessanti spunti di riflessione. Ognuno di loro porta con sé una storia, un legame con questo luogo che va oltre il semplice rapporto con la natura. Non sono dei semplici rifugisti ma i custodi della montagna (anche se la montagna non ha bisogno di custodi).

La colonna sonora, curata da Vasco Brondi, ci accompagna in questo viaggio emozionante, sottolineando i momenti di riflessione e intensificando la bellezza dei paesaggi. La canzone Ascoltare gli alberi, scritta appositamente per il film, è un toccante inno alla natura e alla necessità di proteggerla. Bellissima anche la canzone di Andrea Laszlo De Simone Fiore mio, la traccia presente nel finale del film e che ne ha ispirato il titolo.

Fiore Mio non è il solito documentario spettacolare sulla montagna che vuole stupire lo spettatore con delle immagini suggestive. Fiore Mio è una pellicola molto personale che permette ai noi cittadini di premere il tasto pausa, rallentare per un momento e respirare un po’ di aria pulita. È un’opera estremamente introspettiva, priva delle grandi imprese alpinistiche, che ci invita a riflettere sul nostro rapporto con la natura e sulle conseguenze delle nostre azioni. Cognetti ci ricorda che la montagna non è solo un bel posto da visitare come turisti, ma un luogo vivo, pulsante, che merita di essere rispettato e protetto. Un luogo che tutti dovrebbero chiamare casa.

(Fiore Mio, di Paolo Cognetti. 2024, documentario, 80′, Italia, Nexo Studios)