GHOSTBUSTERS: MINACCIA GLACIALE | Recensione del quinto film sugli Acchiappafantasmi

Il ritorno degli Acchiappafantasmi nella Grande Mela, purtroppo, non è il trionfo che ci aspettavamo. Ghostbusters: Minaccia glaciale inciampa su alcuni importanti errori che minano addirittura il proseguimento della saga rilanciata nel 2021 dall’ottimo Legacy.

La formula vincente del primo film del nuovo corso portato avanti dal figlio di Ivan Reitman viene tradita. Ghostbusters: Legacy aveva saputo introdurre nuovi personaggi con lo spirito del franchise originale, senza eccedere nell’effetto nostalgia. Minaccia glaciale, invece, si concentra troppo sul passato, con camei forzati e una trama confusa e poco sviluppata che si appoggia pigramente su cliché già visti e su un umorismo quasi mai efficace.

In Ghostbusters: Minaccia glaciale, la famiglia Spengler torna dove tutto è iniziato, la caserma dei pompieri di New York, e si unisce agli Acchiappafantasmi originali che hanno sviluppato un laboratorio di ricerca top-secret sui fantasmi e sul paranormale. Quando la scoperta di un antico artefatto scatenerà una forza malvagia dormiente conosciuta come Garraka, i vecchi e nuovi Ghostbusters dovranno unire le forze per salvare il mondo da una seconda era glaciale.

La storia scritta a due mani dal regista Gil Kenan e Jason Reitman è il punto debole della pellicola. Nella prima parte la narrazione risulta piuttosto interessante, continuando il buon lavoro fatto in passato sulla caratterizzazione degli Spengler, sui legami familiari e in particolare sul rapporto tra il personaggio di Paul Rudd e quello interpretato da McKenna Grace. Purtroppo l’illusione dura poco: la storia si trascina inutilmente presentando nuovi personaggi e inutili sotto-trame che appesantiscono la narrazione, rendendo altalenante il ritmo e ritardando l’arrivo della minaccia. Così Garraka appare solo nell’atto finale dove tutto accade in modo veloce e confuso con una CGI non all’altezza di un simile blockbuster.

Un altro aspetto problematico – per nulla di secondo piano – è come viene sottoutilizzata New York. La città che abbiamo conosciuto e amato nel film originale del 1984 è un triste ricordo. Gil Kenan non sfrutta come si deve l’enorme potenziale della città e si rifugia in spazi e ambienti chiusi e anonimi. L’unica scena che celebra l’iconicità della città è quella iniziale durante l’inseguimento di un fantasma tra le strade trafficate di Manhattan a bordo della Ecto-1. Una sequenza davvero memorabile!

Come abbiamo già detto, tutti i membri della famiglia Spengler – chi più chi meno – ci hanno convinto, ma il loro affiatamento come nucleo familiare non basta per renderli automaticamente dei veri acchiappafantasmi. E non sono certo le divise e gli zaini protonici a convincerci del contrario. Purtroppo il loro ruolo nella storia è marginale, così come lo è la loro improbabile unione con la vecchia guardia. È evidente l’imbarazzo che hanno provato Bill Murray, Dan Aykroyd, Ernie Hudson e Annie Potts nel rimettersi addosso quei costumi. La loro presenza è mero fan-service. Pensavamo che il toccante finale di Ghostbusters: Legacy avesse messo la parola fine alla loro gloriosa carriera di acchiappafantasmi, ma ci sbagliavamo.

Però, nonostante gli innumerevoli difetti, il film conserva un’atmosfera decisamente accogliente: basta qualche piccolo easter egg o ascoltare l’iconica colonna sonora per rivivere il passato. Ciò non toglie che la saga Ghostbusters debba trovare la sua identità e troncare definitivamente i ponti con la tradizione. Incrociare i flussi protonici non basta più: è tempo di nuove idee e di lasciare che i nuovi personaggi brillino di luce propria.

In definitiva, Minaccia glaciale è un film tutto sommato onorevole che raggiunge l’obiettivo di intrattenere e sbloccare qualche vecchio ricordo, ma non è certamente all’altezza del suo predecessore. Un passo indietro per il franchise che, se vuole sopravvivere, deve trovare il coraggio di reinventarsi.

Alla fine del film è presente una scena post-credit.

(Ghostbusters – Minaccia glaciale di Gil Kenan. 2024, fantascienza, USA, 115′)