Il Marvel Cinematic Universe sta attraversando un periodo molto delicato. Superata una Fase 4 forse troppo sperimentale e interlocutoria, con Ant-Man and the Wasp: Quantumania la Marvel voleva tornare a stupire i suoi fan. Nonostante i proclami e la presentazione in pompa magna della nuova minaccia, Kang il Conquistatore, il terzo Ant-Man ha raggiunto a fatica i 500 milioni di dollari, attestandosi come uno degli incassi più bassi nella storia dell’MCU.
A cinque anni esatti dall’uscita di Avengers: Infinty War la sensazione è che l’epicità raggiunta al culmine della Saga dell’Infinito si sia definitvamente smarrita. La questione è stata presa molto seriamente ai piani alti della major, tanto che si è deciso di diluire le prossime uscite concentrandosi maggiormente sulla qualità delle produzioni.
In questo clima di incertezze, a regalare qualche momento di tranquillità al povero Kevin Feige – ironia della sorte – ci ha pensato il redivivo James Gunn con i Guardiani della Galassia. Sì, proprio il Gunn licenziato da Disney nel luglio 2018 per alcuni tweet controversi (di dieci anni prima) e reintegrato a furor di popolo un anno dopo. Però nel frattempo il regista è passato alla concorrenza ed è diventato co-presidente, insieme a Peter Safran, dei DC Studios.
Il rammarico più grande della Marvel è proprio quello di essersi lasciata sfuggire il regista che ha inciso di più nel successo dei cinecomic, lasciando un’impronta indelebile nel cinema e tracciando la strada per il futuro. Prima del 2014 i Guardiani della Galassia erano conosciuti solo da un pubblico di nicchia, gli appassionati dei fumetti Marvel. Dopo una travagliata storia editoriale fatta di continui fallimenti, solo nel 2008, con il recupero e il rilancio di diversi personaggi, riuscirono a raggiungere una certa continuità di pubblicazione. La scommessa di portare sul grande schermo questo gruppo di eroi reietti e dall’aspetto pittoresco sembrava veramente ardua. Fatto sta che dopo quasi dieci anni dalla loro prima apparizione sul grande schermo sono considerati tra i personaggi più iconici dell’Universo Cinematografico Marvel. Sulle loro spalle (non su quelle di Hulk, Thor o Spiderman) poggia la credibilità di tutto il franchise.
Guardiani della Galassia Vol. 3 è il canto del cigno di Gunn in casa Marvel, la chiusura dell’arco narrativo e l’emozionante commiato ai suoi amati personaggi. Il capitolo sicuramente più cupo dove prende finalmente il centro della scena il personaggio più amato dal regista, Rocket Raccoon, di cui finalmente scopriamo le origini. La straziante storia del procione spaziale riesce a non fagocitare lo sviluppo degli altri personaggi, ma a trainarli verso il compimento del loro percorso spirituale. Drax (Dave Bautista), Gamora (Zoe Saldana), Mantis (Pom Klementieff), Nebula (Karen Gillan) e Star-Lord (Chris Pratt) riescono a completare il loro percorso di crescita sia personale che come famiglia.
Merito della riuscita del film va anche riconosciuto al villan, l’Alto Evoluzionario caratterizzato magistralmente da Chukwudi Iwuji, finalmente un antagonista profondo e temibile come non si vedeva da tempo. L’altra new entry, Adam Warlock interpretato da Will Poulter, non sfigura, ma sicuramente si guadagnerà il ruolo che gli spetta nelle prossime produzioni.
I punti di forza dei precedenti capitoli non mancano: perfetto bilanciamento comicità-dramma, comparto visivo eccezionale e colonna sonora impeccabile. Il difetto più grande – secondo la nostra sensazione – è che la storia raccontata non sia stata pensata esattamente così dal principio, ma sia stata aggiustata in corso d’opera. E proprio da questo esempio, si capisce che la Marvel non ha ancora dei piani precisi per la Fase 5 e 6.
A partire dal 3 Maggio tutto questo non sarà più un problema di James Gunn a cui vanno i nostri ringraziamenti per averci regalato una trilogia per molti aspetti unica e indimenticabile, e i nostri migliori auguri per la sua nuova e difficile avventura in casa DC.
CI SONO DUE SCENE POST CREDIT
(Guardiani della Galassia Vol. 3 di James Gunn. 2023, fantasy, 150′)
Recensione di Vito