IRISH FILM FESTA, il festival interamente dedicato al cinema e alla cultura irlandese, torna con un’edizione speciale che si svolgerà interamente online: dal 27 al 29 novembre.
La 13a edizione di IRISH FILM FESTA si sarebbe dovuta svolgere dal 25 al 29 marzo scorso presso la Casa del Cinema di Roma. A causa dell’emergenza COVID, è stata annullata.
Oggi IRISH FILM FESTA torna in un’edizione speciale, con 18 cortometraggi selezionati, divisi in due categorie, LIVE ACTION e ANIMAZIONE, che saranno disponibili gratuitamente per il pubblico italiano su irishfilmfesta.org.
New Irish Shorts: il meglio dei nuovi cortometraggi irlandesi
Per la categoria Live Action vedremo Cynthia di Jack Hickey, premiato come miglior cortometraggio drammatico al Galway Film Fleadh 2019: una cena tra amici che non si vedono da tempo fa emergere segreti e conflitti repressi. La protagonista è Clare Dunne, attrice teatrale e recente protagonista di Herself, il film diretto da Phyllida Lloyd di prossima distribuzione anche in Italia.
Nella stessa categoria spicca anche Ciúnas (Silence) di Tristan Heanue, che si avvale di una grande interpretazione di Gary Lydon per mettere in scena con delicatezza il dramma di una famiglia che sta attraversando un momento difficile.
Nel teso Break Us di Rioghnach Ní Ghrioghair, una coppia di giovani rapinatori scopre la propria vera natura quando il piano non va come previsto.
La Petite Mort è l’ironico esordio alla regia dell’attore Michael Smiley (Jawbone, The Lobster): un uomo e una donna si incontrano per caso in un parco, ma le cose non sono ciò che sembrano.
Finale a sorpresa anche per Was That a Yes? di Ray Mac Donnacha, nel quale un appuntamento romantico non va nella giusta direzione; il protagonista è Dara Devaney, vincitore dell’Irish Film & Television Award come miglior attore per An Klondike nel 2016 e più volte ospite del festival.
Halo è scritto, diretto (con un’unica inquadratura) e interpretato da un giovane emergente, Michael-David McKernan: un tassista solitario e una sua cliente condividono una serata di grandi cambiamenti;
nel fantascientifico Maya di Sophia Tamburrini, un uomo è costretto a lasciare il mondo di realtà virtuale in cui si era rifugiato; il protagonista è Pat Shortt, che ricordiamo in Garage di Lenny Abrahamson (2007), The Guard (2011) di John Michael McDonagh e più di recente in The Flag di Declan Recks (2017).
Made in Northern Ireland: uno sguardo verso il Nord
Come sempre, IRISH FILM FESTA presta grande attenzione alla produzione cinematografica dell’Irlanda del Nord, presente quest’anno con quattro cortometraggi: The Appointment di David Moody (già in concorso nel 2018 con Listen e nel 2019 con Camlo) racconta la dura vita quotidiana di un ragazzo che si prende cura della madre malata;
Father Father di Michael McDowell è invece una divertente commedia sulle ipocrisie di una piccola comunità, con Ian McElhinney e Martin McCann come brillanti protagonisti;
in Parting Gift di Paul Kennedy (all’IRISH FILM FESTA nel 2014 con il lungometraggio Made in Belfast), Stuart Graham interpreta un senzatetto che stringe un’insolita amicizia con una ragazza;
in Ruby di Michael Creagh, una coppia (lui è Dan Gordon, lei Kate O’Toole) festeggia il 40esimo anniversario di matrimonio.
I documentari
La categoria Live Action presenta infine anche due documentari: The Vasectomy Doctor di Paul Webster racconta la vicenda professionale di Andrew Rynne, il primo medico irlandese a praticare la vasectomia che rischiò la vita a causa del suo lavoro;
The Grass Ceiling di Iseult Howlett celebra il valore dello sport femminile di squadra attraverso le esperienze di tre atlete. Howlett era la montatrice del documentario My Astonishing Self: Gabriel Byrne on George Bernard Shaw di Gerry Hoban, visto all’IRISH FILM FESTA 2018.
L’animazione
La selezione dei cortometraggi d’animazione si presenta molto varia per tecniche e temi: Abe’s Story di Adam H Stewart reinventa l’animazione di silhouette applicandola a complessi sfondi digitali; il protagonista Abe, manager teatrale frustrato, sta scrivendo la storia dell’orrore che gli cambierà la vita.
Streets of Fury di Aidan McAteer (miglior animazione al Galway Film Fleadh 2019) riprende l’estetica dei videogiochi anni 80 per una divertente storia di amicizia e riscatto.
Robin Lochmann è un filmmaker irlandese che lavora a Berlino: in Them combina tecniche digitali (motion capture) e analogiche (modellini costruiti a mano) per un apologo sui pericoli delle ideologie e del conformismo.
Animazione tradizionale, invece, per The Wiremen di Jessica Patterson, che racconta l’arrivo dell’elettricità nell’Irlanda rurale degli anni 60 con toni da fiaba; tra i doppiatori, Ruth McCabe e Barry Ward.
Archie’s Bat è infine il lavoro di diploma di Shannon Egan, studentessa della Limerick School of Art & Design: l’amicizia tra un bambino e un pipistrello disegnata in animazione 2D.