la recensione di John Wick 4

JOHN WICK 4 | Recensione del film di Chad Stahelski

Con una durata di quasi tre ore, John Wick 4 aspira a diventare il film più ambizioso e spettacolare della saga con tutti i punti di forza del franchise. Ma anche con i suoi evidenti limiti.

Keanu Reeves torna nei panni di John Wick. Il letale assassino è in cerca di libertà da conquistare seminando morte in giro per il mondo: dalle dune del deserto alle luci notturne di Osaka, dai locali underground di Berlino agli angoli più suggestivi di Parigi.

Dopo la corsa sfrenata dei primi tre film, qui assistiamo a una inaspettata maratona che mette a dura prova la resistenza del pubblico.

Scomunicato dalla Gran Tavola, John Wick si ritrova braccato da un nuovo spietato nemico, il Marchese De Gramont (Bill Skarsgard). Per eliminarlo, il Marchese recluta Caine (Donnie Yen), un assassino cieco, un tempo grande amico di Wick, e un giovane signor nessuno accompagnato dal fedele cane. Con l’aiuto di Winston (Ian McShane) John sembra trovare una via d’uscita.

Il regista Chad Stahelski torna per la quarta volta dietro la macchina da presa confezionando le solite ottime scene d’azione. Nove anni dopo l’originale, però, si è perso l’effetto sorpresa e rimane solo l’accumulo di armi, azione e uccisioni. Le scenografie che fanno da sfondo ai combattimenti sono visivamente sorprendenti e danno maggiore forza agli scontri sanguinosi. Anche la musica elettronica si sposa benissimo con questa continua danza della morte dando ancora più ritmo all’azione.

Keanu Reeves continua a incarnare il protagonista indiscusso della saga e in John Wick 4 è più in forma che mai. È doveroso ricordare che l’attore ha girato la maggior parte delle scene action senza la controfigura. Il suo personaggio è di pochissime parole e ogni energia è spesa per rendere credibili le decine di combattimenti corpo a corpo. Tutti gli altri personaggi passano in secondo piano, tranne Caine, interpretato da un gigantesco Donnie Yen che, come Reeves, sembra vivere una seconda giovinezza. È lui che sarà costretto a uccidere il suo vecchio amico per non mettere in pericolo la figlia.

Entrambi sono ancora prigionieri del passato e devono accettare le conseguenze di ciò che hanno fatto. Mentre John cerca la redenzione e la pace, Caine ha uno scopo ben più tangibile: proteggere la vita di una persona cara. Una motivazione molto potente che il protagonista ha provato solo nel primo film, quando agiva per vendicare la morte del cane, ultimo legame con la moglie scomparsa. Proprio quel dolore e quel desiderio di vendetta lo hanno portato dov’è oggi, in un mondo di assassini che aveva abbandonato tanti anni prima. Nei sequel abbiamo imparato a conoscerne meglio regole e conseguenze, sia per chi le infrange, sia per chi non le fa rispettare.

In John Wick 4 quel mondo si fa ancora più grande e complesso. L’unica cosa certa è che tutti sono al di sotto della Gran Tavola e devono rispettarne le regole, anche quelle più antiche. Le leggende tramandate da generazioni di assassini offrono uno spunto molto affascinante che dura però un battito di ciglia. Un aspetto della trama che avrebbe meritato più spazio diventa così il pretesto per riprendere fiato prima di tornare all’azione.

L’impressione di questa recensione di John Wick 4 è che la saga abbia raggiunto il suo massimo potenziale e che sia doveroso cercare nuove strade da percorrere. Sono già in produzione un film e una serie spin-off che amplieranno alcuni aspetti di questo mondo sotterraneo fatto di regole, di assassini e di conseguenze.

P.S. Il film ha una scena post credit.

(John Wick 4 di Chad Stahelski. 2023, azione, 169′)