Considerato uno dei più grandi registi di sempre, Francis Ford Coppola torna sul grande schermo con Megalopolis, un progetto colossale che conclude una carriera segnata da capolavori come Il Padrino e Apocalypse Now. Un’ultima sfida per il maestro, che con questo film ambisce a lasciare un’impronta ancora più profonda nel panorama cinematografico.
Megalopolis ci trasporta in una New York del futuro, ribattezzata ‘New Rome’, dove il potere di un solo uomo potrebbe riscrivere il destino della città e del mondo intero. César Catilina (Adam Driver), un genio dell’architettura con il potere di fermare il tempo, ha in mente un progetto ambizioso: demolire l’intera metropoli governata da burocrati avidi e corrotti per far posto a una nuova creazione, una ‘Megalopolis’ che incarni la sua visione utopica del futuro. Ma quali saranno le conseguenze di un atto così radicale? E a quale prezzo si costruisce un nuovo mondo?
Il destino di New Rome è appeso a un filo mentre Catilina tenta di convincere i banchieri a investire nel suo ambizioso progetto, basato sulla rivoluzionaria tecnologia del Megalon, un nuovo elemento di sua invenzione grazie al quale ha vinto il premio Nobel. Ma il sindaco Franklyn Cicero, un conservatore intransigente, è pronto a tutto pur di mantenere lo status quo e bloccare l’ascesa al potere di Catilina.
Mentre Megalopolis si erge come simbolo di un futuro radioso, ai suoi piedi cresce un abisso di disuguaglianza. Cacciati dalle loro case e condannati alla povertà, i cittadini, esasperati, danno vita a proteste sempre più aspre, denunciando l’ingiustizia di un progetto che sembra destinato a pochi.
Non sorprende che nessuno studio hollywoodiano abbia voluto finanziare Megalopolis. L’ambizioso progetto di Coppola, un sogno coltivato per oltre 40 anni, si è rivelato un’operazione commerciale rischiosa e fallimentare, con costi esorbitanti (120 milioni di dollari) e un impatto critico e di pubblico finora modesto.
L’idea alla base di Megalopolis è senz’altro affascinante: un’indagine sul ciclo eterno di ascesa e declino delle civiltà. Tuttavia, Coppola sembra più interessato a creare un collage di citazioni e riferimenti culturali superficiali che a costruire una narrazione coerente. Il regista impone al pubblico le proprie visioni senza mediarle attraverso una narrazione più accessibile. Il risultato è un’opera inutilmente tortuosa, che lascia lo spettatore perplesso di fronte all’eccessiva ambizione del regista. La distanza tra l’idea iniziale e la realizzazione finale è evidente, generando un senso di frustrazione che porta all’indifferenza più assoluta.
Coppola dipinge Megalopolis come una ‘favola’ che celebra e allo stesso tempo denuncia. Con un cast di primissimo livello e scenografie grandiose con costumi sfavillanti, il film proietta l’antica Roma nella New York contemporanea, offrendo una riflessione amara sulla decadenza delle metropoli moderne e più in generale sulla società occidentale. Un’ambizione titanica che, pur affascinante, ha incontrato le resistenze delle major, poco propense a scommettere su un’opera così ambiziosa e visionaria, lontana dai canoni del cinema commerciale in grado di fruttare soldi. La sceneggiatura, ricca di dialoghi shakespeariani e di concetti filosofici, sembra fatica a tradursi in un’esperienza cinematografica coinvolgente per il grande pubblico. Gli attori, pur lodando il loro impegno, sembrano a volte disorientati di fronte a un testo così confuso.
La regia, lontana dai fasti di produzioni più ambiziose, sembra ricalcare gli standard televisivi di piattaforme come Netflix. Gli imponenti set, anziché trasmettere la gravitas desiderata da Coppola, appaiono artificiosi e costruiti con effetti speciali di basso livello. Il risultato finale è un’opera sfarzosa ma priva di sostanza, in stridente contrasto con il budget faraonico che l’ha sostenuta.
La rappresentazione dei personaggi femminili in Megalopolis risulta piuttosto stereotipata e superficiale. Julia Cicero, pur essendo una delle protagoniste, è descritta principalmente attraverso la sua relazione con Cesar e il suo ruolo di figlia del sindaco. Non viene approfondita la sua personalità o i suoi desideri, al di là di un generico interesse per la cultura e la letteratura. Analogamente, il personaggio di Wow Platinum, interpretato da Aubrey Plaza, è relegato a un ruolo comico e sensazionalistico, senza alcuna evoluzione o complessità psicologica.
In conclusione, Megalopolis rappresenta indubbiamente un esperimento ambizioso, ma un esperimento che, purtroppo, ha fallito sotto quasi tutti i punti di vista. Resta comunque un capitolo affascinante nella filmografia di uno dei più grandi registi di tutti i tempi, che finalmente ha coronato il sogno di una vita ma per cui non sarà certamente ricordato nella storia del cinema.