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NOSFERATU | Recensione del film horror di Robert Eggers con Aaron Taylor-Johnson e Bill Skarsgård

Classificazione: 4 su 5.

Nel lontano 1922, Friedrich Wilhelm Murnau presentò a Berlino il suo capolavoro del cinema muto, Nosferatu il vampiro. Liberamente ispirato al celebre romanzo Dracula di Bram Stoker, il film di Murnau, pur apportando significative modifiche ai nomi dei personaggi e alle ambientazioni, ne catturò l’atmosfera oscura e inquietante.

Nosferatu divenne ben presto un punto di riferimento per il cinema horror e espressionista tedesco, grazie alla sua innovativa estetica e alla magistrale interpretazione di Max Schreck nel ruolo del conte Orlok, un vampiro dalla fisionomia grottesca e inquietante.

Purtroppo, a causa di una violazione dei diritti d’autore, gli eredi di Bram Stoker intentarono una causa legale contro i produttori di Nosferatu, ottenendo una sentenza che ne ordinò la distruzione di tutte le copie esistenti. Fortunatamente, Murnau riuscì a salvarne una, permettendo così al film di sopravvivere e di influenzare generazioni di cineasti. Tra questi, spicca il nome di Robert Eggers, che ha più volte citato Nosferatu come una delle sue principali fonti d’ispirazione.

L’ossessione per il capolavoro espressionista ha accompagnato Eggers fin dall’infanzia. Con Nosferatu, il regista ha finalmente dato vita alla sua visione, frutto di un lungo percorso di maturazione artistica. Come sottolinea Willem Dafoe, non si tratta di una semplice riproposizione, ma di un’opera originale, che dialoga con il passato ma si afferma con una propria identità.

Ci troviamo a Wisborg in Germania nel 1838 dove vivono Thomas Hutter e sua moglie Ellen. Hutter lavora per un agente immobiliare e viene inviato dal suo capo Knock in Transilvania, per finalizzare la vendita di un immobile al Conte Orlok. Dopo un complicato e sinistro viaggio, intervallato da visioni oniriche e terrorizzanti, Hutter riesce finalmente ad incontrare e concludere l’affare col Conte. Ben presto però si renderà conto delle reali intenzioni di Orlok e della sua ossessione per la moglie Ellen.

Nosferatu è uno spettacolo per gli occhi. L’estetica inconfondibile di Robert Eggers si fonde magistralmente con l’immaginario del capolavoro di Murnau. Bill Skarsgård, nei panni del Conte Orlok, pur discostandosi fisicamente dall’iconica figura originale, riesce a evocare quel terrore primordiale e viscerale, lontano dalle seducenti iconografie dei vampiri contemporanei. Eggers ci restituisce un Nosferatu sporco, autentico, che scava nelle nostre paure più profonde.

L’atmosfera gotica, i contrasti netti tra luci e ombre dove il nero plasma le immagini in forme grottesche e minacciose, e la fotografia gelida permettono al regista una rilettura efficace e moderna del leggendario espressionismo tedesco. Eggers non si accontenta di una mera rivisitazione visiva dell’opera di Murnau, ma rielabora il tema del male, infondendogli una nuova profondità psicologica e presentandolo come una forza ossessiva, quasi erotica che attrae e respinge allo stesso tempo. Con un cast e un reparto sonoro di altissimo livello, Nosferatu difficilmente deluderà gli appassionati di Eggers, gli amanti dell’horror e i cinefili più esigenti.

(Nosferatu di Robert Eggers. 2024, horror, USA, 132′)