Tartarughe Ninja: Caos Mutante

TARTARUGHE NINJA – CAOS MUTANTE | Recensione del film d’animazione di Jeff Rowe

Chi è nato tra gli anni ’80 e ’90 proverà un po’ di nostalgia nel guardare Tartarughe Ninja: Caos Mutante. All’epoca le tartarughe ninja – insieme ai Transformers – erano i personaggi più in voga tra i bambini. Si trovavano dappertutto: nei fumetti, cartoni animati, giocattolli e videogiochi. Ora tornano sul grande schermo con un nuovo film d’animazione pronte a far divertire le nuove generazioni.

Il primo impatto con la pellicola è notevole: l’animazione realizzata al computer e mescolata con i disegni fatti a mano (quasi degli “scarabocchi”), lascia a bocca aperta. Lo stile improvvisato della street art (soprattutto composto da schizzi e graffiti), reso celebre dai film animati di Spider-Man, si sposa alla perfezione con il tono leggero della pellicola.

La trama di Tartarughe Ninja: Caos Mutante riprende la classica storia delle quattro tartarughine che a causa di un liquido radioattivo si trasformano in creature mutanti. Nelle fogne di New York un ratto di nome Splinter, anche lui trasformatosi in una creatura antropomorfa, si prende cura di loro e le insegna le arti marziali. Ormai adolescenti, Raffaello, Michelangelo, Donatello e Leonardo sognano di vivere una vita normale in mezzo agli umani. Intanto il supercattivo Superfly, un’altra creatura mutante, vuole sterminare il genere umano. Per fermarlo le tartarughe si alleano con una studentessa di nome April che le aiuterà ad essere accettate dalla gente.

La parte iniziale è quella più riuscita perché mostra la doppia vita delle tartarughe: una del tutto appagante in superficie e l’altra triste e malinconica nel sottosuolo di New York. La loro incredibile esuberanza è frenata da Splinter che gli rammenta ogni volta quanto siano pericolosi e cattivi gli essere umani. Per questo motivo gli proibisce di andare in superficie. Ovviamente le tartarughe disobbediscono a loro padre perché sono attratte da quel mondo che fino a quel momento hanno esplorato solo su internet e sui social. Così li vediamo andare al supermercato a fare la spesa, andare al cinema e ai concerti, riprendersi sui tetti mentre giocano a fare i ninja e cacciarsi inevitabilmente nei guai. Ogni loro azione trasmette energia e spensieratezza, gli ingredienti che hanno reso popolare il franchise.

“Caos mutante” è soprattutto un film d’azione e infatti dà il meglio di se nelle scene di combattimento, dove la regia di Jeff Rowe, piena riprese frenetiche in slow motion, riproduce perfettamente il caos. Nel film sono presenti un sacco di riferimenti e citazioni alla cultura pop del nuovo millennio, ma non c’è nulla di troppo originale. La musica è un elemento molto importante ed è sempre all’altezza: il rock brutale underground si alterna ad alcune tracce pop più leggere valorizzando i momenti più concitati e divertenti.

Ma non è tutto oro quello che luccica: i personaggi secondari sono poco caratterizzati e la trama è fin troppo banale. Anche il messaggio sulla tolleranza e l’inclusività è espresso in modo così superficiale da sembrare un cliché.

Tartarughe Ninja: Caos Mutante è un film pieno di fascino ed energia, tecnicamente folgorante, perfetto per gli adolescenti di oggi, ma la sensazione è che sia fin troppo confusionario e che abbia trascurato completamente il lato emotivo. Non è un caso che non si senta mai pronunciare dalle Tartarughe Ninja la loro parola più iconica, Cowabunga. Alla fine del film è presente una scena post-credit.

(Tartarughe Ninja: Caos Mutante di Jeff Rowe. 2023, animazione, 99 min)