terrifier 3 recensione

TERRIFIER 3 | Recensione del film horror di Damien Leone

Il terzo capitolo della saga di Terrifier ha superato ogni aspettativa, consolidando il suo status di fenomeno horror contemporaneo. La formula vincente, fatta esclusivamente di crudezza, si è trasferita sul grande schermo, conquistando un pubblico sempre più vasto.

In questo nuovo capitolo, la pacifica atmosfera natalizia viene sconvolta dall’arrivo di Art il Clown (David Howard Thornton) nei panni di un inquietante Babbo Natale, una figura demoniaca che trasforma le festività in un macabro carnevale. Armato di un’ascia, il clown infrange la quiete familiare, seminando morte e disperazione. Le regole del “gioco” sono sempre le stesse: la sopravvivenza è un miraggio per pochi, e il terrore l’unico protagonista.

Terrifier 3 non è un semplice film splatter, ma un’esperienza cinematografica viscerale e disgustosa. Damien Leone, con la sua cura maniacale per gli effetti speciali, crea un’opera sanguinolenta e spietata, dove la carne umana e i corpi maciullati diventano gli orribili ornamenti di un Natale infernale.
Preparatevi a un’ondata di violenza senza precedenti. Anche gli stomachi più forti che hanno resistito allo spargimento di sangue dei precedenti capitoli faranno fatica a guardare lo schermo.

Art il Clown, non è solo un assassino, è un’icona del male, un’incarnazione del caos più puro. La sua follia è metodica, la sua crudeltà, un’opera d’arte macabra. In questo nuovo capitolo, non è solo: al suo fianco, troviamo la storica figura di Victoria (Samantha Scaffidi), una vittima trasformata in carnefice. La sua evoluzione è un affascinante viaggio negli abissi dell’animo umano, dove il suicidio non rappresenta la fine, ma l’inizio di una nuova, terribile esistenza.

Terrifier 3 è un crescendo di orrore che non lascia respiro allo spettatore. Le scene cruente si susseguono ininterrottamente e sono talmente macabre da risultare quasi surreali, ma è proprio questo l’intento del regista: far star male il suo pubblico. Tuttavia, la trama (sì, c’è anche una storia che si riallaccia agli eventi del secondo film) non convince del tutto. Lauren LaVera torna nei panni di Sienna Shaw, la protagonista tormentata dai fantasmi del passato e ossessionata dalla vendetta. Leone, con il suo stile provocatorio, la pone al centro di un nuovo massacro, costringendola ad affrontare nuovamente l’incubo incarnato in Art il Clown.

Il nuovo capitolo della saga, sebbene non manchino momenti di crudo realismo, si perde in un vortice di violenza fine a se stessa, incapace di offrire una narrazione che possa giustificare in parte un tale massacro. L’evoluzione del personaggio di Sienna Shaw è quasi inesistente, sacrificata a favore di un approccio più superficiale. Leone, pur dimostrando una certa maestria nel creare atmosfere disturbanti, non riesce a bilanciare l’aspetto viscerale del film con una profondità narrativa che possa lasciare un minimo segno nello spettatore. La figura di Sienna, presentata come una sorta di salvatrice, appare poco credibile e stona con il tono grottesco dell’opera.

In definitiva, Terrifier 3 è un’esperienza cinematografica estrema, un vero e proprio cult per gli amanti del genere splatter. Due ore di puro divertimento per chi ama un po’ di sangue.

(Terrifier 3 di Damien Leone. 2024, horror, USA, 125′, Midnight Factory)

Autore dell'articolo: moviedigger