Nel panorama cinematografico attuale, la realizzazione di film di genere a basso budget, incentrati sulla storia e sui personaggi, sta riportando il cinema europeo a competere con i blockbuster americani, in crisi profonda. Ne è un esempio il caso di Furiosa, film di pregevole fattura che, nonostante l’apprezzamento di critica e pubblico, non ha saputo conquistare i giovani. In un contesto di risorse limitate, è fondamentale dare spazio alle buone idee, a quelle originali che incuriosiscano subito il pubblico.
The Animal Kingdom, il nuovo sorprendente film di Thomas Cailley, rispecchia queste caratteristiche, presentandosi come un’avventura familiare di crescita che mescola elementi di fantascienza e horror. La storia ruota attorno a Émile, un sedicenne alle prese con le difficoltà tipiche dell’adolescenza, che si ritrova catapultato in un mondo sconvolto da misteriose mutazioni che trasformano le persone in ibridi uomo-animale.
Tra creature fantastiche, inseguimenti nei boschi ed effetti visivi di ottima fattura, il film esplora con profondità il tema del rapporto padre-figlio. Émile, alle prese con la sua trasformazione, deve affrontare non solo il giudizio ostile della società verso le “creature”, in particolare dei compagni di classe, ma anche l’incomprensione e la paura del padre, che fatica ad accettare il cambiamento del figlio. L’atteggiamento iperprotettivo del padre è motivato, e perciò giustificato, da quanto accaduto alla madre di Émile, anche lei trasformatasi in creatura e rinchiusa in un “centro di cura”.
Il legame tra i due protagonisti viene messo a dura prova nel corso della narrazione, ma proprio da questo confronto nasce un’occasione per entrambi di crescere e riscoprire l’importanza dell’amore e dell’accettazione. La pellicola, che non si cura delle cause delle mutazioni, non si limita a mostrare la conflittualità, ma sottolinea anche la forza di questo legame, che rappresenta un punto di riferimento fondamentale per Émile nel suo percorso di scoperta di sé. Man mano che la trasformazione avanza, i due si trovano costretti a confrontarsi con la nuova realtà, difficile da accettare per entrambi.
Romain Duris offre un’interpretazione intensa e commovente nel ruolo del padre di Émile, un uomo coraggioso che non smette mai di lottare per la sua famiglia. Il giovane attore Paul Kircher è perfetto nel ruolo del protagonista, trasmettendo perfettamente le paure, i dubbi e la rabbia di un adolescente che si trova all’improvviso ad affrontare tutto questo da solo.
Il regista francese si concentra sul dramma familiare e sugli aspetti più intimi dei personaggi, senza approfondire il discorso sulla “malattia”, la sua origine e le sue cause, come tipicamente accade in questo genere di film. Una scelta apprezzabile che mette al centro la persona, pur non mancando di difetti. Infatti il film presenta due problematiche piuttosto fastidiose: il ritmo è abbastanza piatto e le poche scene d’azione o con le creature sono troppo buie e confuse.
In conclusione, The Animal Kingdom è un film che invita a riflettere in modo intelligente sulla diversità, sulla paura del diverso e sull’importanza di accettare la propria natura. Un viaggio alla scoperta di sé che emoziona ma che potrebbe risultare ostico per un pubblico giovane.