Nel 2010 usciva al cinema Monsters un piccolo film fanta-horror dal budget minuscolo che però riuscì ad ottenere un grande successo di critica e pubblico consacrando il suo regista, Gareth Edwards, nella scena di Hollywood. Con il reboot di Godzilla e Rogue One: A Star Wars Story ha confermato tutto il suo talento e la sua passione nel raccontare storie di fantascienza.
Con questa doverosa premessa le nostre aspettative per il suo ultimo film, The Creator, non potevano che essere molto alte.
La trama della pellicola, scritta a due mani da Gareth Edwards e Chris Weitz, ci catapulta in un futuro non troppo distante in cui gli umani e i robot dotati di intelligenza artificiale sono in guerra. Joshua (John David Washington) è un agente delle forze speciali che ha perso la moglie. Dovrà dare la caccia al “creatore”, un malvagio umano che ha programmato le AI affinchè distruggano l’umanità. L’arma creata si rivelerà avere le sembianze di una bambina dai poteri straordinari in grado provare dei sentimenti.
The Creator non è il film che ci aspettavamo di vedere. Inutile girarci intorno, la delusione è troppa per non dirvi subito come la pensiamo. Eppure l’inizio del film prometteva molto bene. In realtà, il mondo futuristico creato da Edwards è affascinante e ben curato ma non brilla per originalità. Il design di robot e astronavi ci ha riportato alla mente pellicole già viste come Ex Machina, District 9 e Humandroid.
Uno dei problemi più evidenti del film è la sua incapacità di trattare il tema dell’AI in modo approfondito dando allo spettatore una chiave di lettura nuova. Invece, mette in scena una storia superficiale con una love story da brividi.
Ed è proprio l’amore che Joshua prova per la moglie l’elemento che muove tutto. Nonostante la scelta sia abbastanza discutibile, ci aspettavamo di vivere in prima persona quel rapporto così da provare un po’ di empatia per la loro condizione. Il regista ha scelto di dare poco spazio alla coppia mostrando semplici e banali momenti di intimità in brevissimi flashback che non aggiungono nulla al film.
John David Washington nel ruolo del protagonista, marito ed ex marine, è completamente fuori ruolo; la sceneggiatura poco ispirata – tanto per usare un eufemismo – non l’ha di certo aiutato. Il suo rapporto con la bambina artificiale è forse l’unico elemento degno di nota (escludendo gli effetti speciali davvero notevoli), ma non crediate di trovarvi di fronte ai divertenti battibecchi tra Hugh Jackman e Dafne Keen in Logan.
Tutto sommato va riconosciuto il grosso sforzo produttivo che per maestosità non ha nulla da invidiare al Dune di Denis Villeneuve, ma che non compensa l’assenza di una scrittura all’altezza. La buona notizia è che si è fatto un passo in avanti nell’idea di fondo, ovvero superare quello schema che apparteneva alla fantascienza degli anni ’80 raccontata benissimo in Terminator con Skynet in cui la macchina creata dall’uomo è il male assoluto.
The Creator è sicuramente un prodotto pieno zeppo di fantasia e scienza ma manca di creatività e lungimiranza; non ha tracciato un proprio percorso ma si è limitato a seguire ciò che altri Maestri della fantascienza hanno realizzato nel passato.
Creare qualcosa di nuovo e unico è un’impresa per pochissimi ed è per questo che nonostante tutto non possiamo incolpare Edwards per le nostre aspettative impossibili.