È sorprendente che, dopo tutto questo tempo e soprattutto dopo il pessimo Thor: The Dark World, Thor sia ancora uno dei personaggi più longevi e amati del Marvel Cinematic Universe. Gran parte del successo del supereroe è dovuta al lavoro svolto dietro la macchina da presa da Taika Waititi in Thor: Ragnarok. Il regista ha saputo rivitalizzare una saga data per morta e riempirla di umorismo in un percorso che raggiunge il suo culmine in Thor: Love and Thunder.
Il quarto film dedicato al Dio del Tuono prosegue sulla falsa riga del capitolo precedente tenendo bene a mente cosa è accaduto dopo Endgame. Avevamo lasciato Thor depresso, senza poteri o quasi, che aveva lasciato il regno nelle mani di Valkyrie (Tessa Thompson) per unirsi ai Guardiani della Galassia. Insomma dopo il bleep e la morte di Thanos il figlio di Odino sembrava essersi smarrito.
Love and Thunder ci restituisce il Thor dei vecchi film, pieno di sé con la battuta sempre pronta. La pellicola offre al protagonista la redenzione dal passato e traccia un nuovo percorso da intraprendere, quello più adatto al suo carattere di guerriero asgardiano. Infatti quando scopre che Gorr il Macellatore di Dei (Christian Bale) sta uccidendo tutti gli esseri immortali dell’universo, decide di affrontarlo.
A conti fatti non esiste Thor senza Chris Hemsworth e viceversa. L’attore australiano si trova completamente a proprio agio nei panni del Dio del Tuono. Grazie a Waititi ha potuto dare libero sfogo al suo lato comico (a volte esagerando). Ma Thor non è solo questo. Nel corso degli anni Chris ha saputo sviluppare un personaggio dalle mille sfaccettature. Il Dio tutto muscoli e niente cervello, il fratello maggiore apprensivo, l’amicone burlone, il figlio prediletto, l’eroe pronto al sacrificio, e infine un uomo con le proprie fragilità.
Ed è proprio in questo momento di debolezza che l’eroe è chiamato ad affrontare Gorr. Purtroppo, siamo al cospetto del classico cattivo Marvel appena abbozzato con storia tragica alle spalle che giustifica in parte le sue azioni. È un peccato perché l’interpretazione di Bale, con quello sguardo minaccioso, il modo in cui bilancia delicatamente la tristezza del passato con la vendetta del presente, è a tratti emozionante, come si poteva intuire già dal trailer.
Thor non è solo nella sua missione. Al suo fianco ci sono Korg (Waititi), la ritrovata Jane (Natalie Portman) e Valkyrie. Il film celebra nel migliore dei modi il ritorno della Portman nel MCU, dandole un ruolo più centrale. Il suo personaggio – come sanno bene i lettori dei fumetti – si trova in bilico tra epicità e tragedia. La storia d’amore con Thor, di cui abbiamo visto solo l’inizio e la fine, viene rispolverata rivelando ancora una certa chimica tra la Portman e Hemsworth.
La regina Valkyrie si prende una pausa dai suoi doveri da sovrana per tornare all’avventura. Mentre la Thompson è perfetta nel ruolo della guerriera, il film scalfisce solo la superficie del personaggio. Forse la Marvel vuole tenersi aperte le porte per un eventuale spin-off, oppure non è pronta a trattare il tema della sessualità del personaggio che qui è solo accennata.
Avendo co-scritto la sceneggiatura con Jennifer Kaytin Robinson, Waititi ha mischiato il suo DNA con quello del film. La sua visione cinematografica eccentrica e divertente, carica di amore e un po’ di malinconia aveva funzionato in Thor Ragnarok ma qui risulta esagerata. Potremmo facilmente descrivere Love and Thunder come un cinecomic fuori dagli schemi e fuori controllo. Sicuramente il film è eccessivo. Introduce un nuovo supereroe, un nuovo cattivo, dei nuovi personaggi (che rivedremo in futuro), altri mondi, ma è troppa roba tutta insieme e lo spettatore potrebbe non digerirla.
La prima metà del film stenta a decollare e a trovare ritmo. La causa può essere il montaggio frentico e poco ispirato. A salvarlo è la bravura degli interpreti e qualche trovata divertente accompagnata da musiche elettrizzanti. La seconda metà vola, offrendo scene di combattimento spettacolari e la celebrazione dell’amore in tutte le sue forme.
Il film non è perfetto, ma come quarto capitolo del franchise più lungo del MCU, Love and Thunder porta avanti in modo genuino, fresco ed eccitante il viaggio di un supereore della vecchia guardia non ancora pronto ad appendere al chiodo il martello e l’ascia. Il film abbraccia in pieno ciò che è diventato Thor: un uomo imperfetto con i poteri di un Dio e con l’animo puro di un bambino. Impossibile scindere tutto questo e restare indifferenti.