La Disney vanta una lunga storia cinematografica di film sugli e con gli animali, in particolare con protagonisti gli amici a quattro zampe, tra cui l’indimenticabile Zanna Gialla del 1957. Così, nel pieno rispetto della tradizione, ha deciso di far uscire su Disney+ – la nuova piattaforma di streaming per tutta la famiglia – un lungometraggio basato sulla vera storia del cane da slitta Togo, che nel 1925 riuscì a impedire la diffusione della difterite tra i bambini di una piccola cittadina dell’Alaska, rifornendo i suoi abitanti del vaccino necessario per combattere la malattia. Al suo fianco troviamo un convincente Willem Dafoe nei panni di Leonard Seppala, l’esperto addestratore di cani da slitta che scelse proprio Togo come capo squadra.
La notizia di questa eroica impresa ha fatto subito il giro del mondo, sebbene celebrando un altro cane, Balto. Se per caso vi trovate a passeggiare nel parco di Central Park a New York potrete ammirare la statua a lui dedicata. Secondo il film del regista Ericson Core (Point Break) e dello scrittore Tom Flynn il vero eroe è però un husky siberiano di 12 anni di nome Togo che ha percorso più di 400 miglia in mezzo alla tormenta con temperature di -50 gradi.
Togo – Una grande amicizia vuole mettere le cose a posto e raccontare finalmente la verità, ciò che è accaduto nel 1925 nei ghiacci sperduti di un’Alaska fotografata in tutto il suo splendore: una delle cose più belle del film sono proprio le riprese a campo lungo dei paesaggi. Però il regista non si limita a raccontare la straziante impresa – sarebbe una storia priva di sentimento – anzi, descrive come nasce, si nutre e si evolve un rapporto di amicizia così speciale tra il padrone e il suo cane. E lo fa utilizzando in modo armonico ed efficace, senza spezzare troppo il ritmo della pellicola, lunghi flashback in cui vediamo come Seppala – testardo norvegese cercatore di oro – abbia cercato più volte di dare via Togo, andando anche contro sua moglie (una sentimentale Julianne Nicholson), rendendosi conto alla fine di essersi sbagliato e di aver conosciuto il cuore di un sopravvissuto che sarà per sempre un amico fedele.
L’impostazione che Dafoe ha dato al personaggio del musher è molto simile a quella che abbiamo visto nel film indipendente The Lighthouse, con poche parole scandite con chiarezza e spesso urlate. “Ben fatto!” o “Bravi cani!” sono le parole di incitamento rivolte alla sua squadra, guidata da Togo. Sì, proprio quel cucciolo sopravvissuto e indisciplinato.
Quando ormai ha 12 anni, per Togo sarebbe il momento di un po’ meritato riposo; tuttavia la posta in gioco costringe il suo migliore amico a sceglierlo di nuovo come leader del branco perché è l’unico che può guidarlo in questo disperato viaggio. La bravura di Dafoe è indiscutibile ma i riflettori questa volta sono rivolti in un’altra direzione. Il lavoro di addestramento che c’è stato dietro la macchina da presa con tutti quei cani in scena non passa di certo inosservato.
Secondo il nostro modesto parere. questo approccio con animali in carne e ossa è quello più genuino e più efficace per arrivare al cuore dello spettatore. Se possibile sarebbe meglio non affidarsi completamente alla computer grafica come è stato fatto per Il richiamo della foresta (uscito al cinema di recente). Discorso a parte meriterebbe invece il live-action Lilli e il Vagabondo – in streaming su Disney+ – ma non è questa la sede opportuna per approfondire. In questo senso crediamo che la Disney stia cercando ancora la strada migliore da percorrere e per trovarla si affiderà al giudizio insindacabile delle famiglie.
In quasi due ore di durata non c’è una virgola fuori posto; l’eroismo e il forte legame uomo-cane portano avanti il film fino alla fine e tanto basta per far emozionare e magari far scendere qualche lacrimuccia. Togo è un film semplice e “ben fatto” che colpirà nel profondo chi ha un amico a quattro zampe. Stringetelo forte a voi e vedrete che andrà tutto bene.