Ci si poteva, e doveva, aspettare molto di più da Velvet Buzzsaw, il film uscito su Netflix lo scorso primo febbraio dopo la presentazione al Sundance Film Festival.
Il ritorno della coppia formata da Dan Gilroy e Jake Gyllenhaal lasciava sperare in molto meglio. Nel 2014 Lo sciacallo – Nightcrawler aveva lasciato immaginare la nascita di una coppia artistica. Nel 2017, End of Justice – Nessuno è innocente aveva fatto intendere i limiti di Gilroy, che si confermava ottimo direttore degli interpreti anche con Denzel Washington (nomination agli Oscar per lui) ma in difficoltà quando si trattava di tenere compatta la storia.
Velvet Buzzsaw vuole essere una critica del mondo dell’arte contemporanea. La giovane agente Josephina trova nel suo palazzo il corpo senza vita di un suo anziano vicino. In casa sua ci sono delle opere abbandonate di rara crudezza e di grandissimo impatto. Insieme al critico Morf e ad alcuni agenti con maggiore esperienza, Josephina riesce a imporre le opere all’attenzione generale. Quello che ignora, però, è che il misterioso autore aveva chiesto che le sue opere fossero distrutte dopo la sua morte. Come se ci fosse una specie di maledizione. Una alla volta, le persone che hanno a che fare con i quadri iniziano a morire in circostanze poco chiare.
Tanto era potente la critica del sistema dei media in Nightcrawler – Lo sciacallo, tanto è fiacco e prevedibile il giudizio sull’arte in Velvet Buzzsaw. Esasperando personalità, toni e atteggiamenti, Gilroy mette alla berlina le assurdità dell’ambiente di Miami, degli Stati Uniti e, probabilmente, del mondo. L’obiettivo è denunciare come tutto sia deciso a tavolino, come i successi siano pilotati e costruiti assieme ai gusti dominanti. L’oggetto della critica, però, non è così globale da poter colpire il pubblico. Parliamo di una nicchia intellettuale, non del sistema dell’informazione pubblica.
Per cercare di darsi un senso ulteriore, Velvet Buzzsaw prova a puntare sull’elemento horror con le morti misteriose che sembrano essere causate dai quadri, ma non è troppo poco per riuscire davvero a risultare interessante.
Peccato perché il cast, a partire dal sempre ottimo Jake Gyllenhaal a Rene Russo, John Malkovich e Toni Colette, avrebbe meritato di meglio. La triste verità è una sola: a parte rare, e preziose, eccezioni, quando viene annunciato un nuovo film originale Netflix è meglio tenersi lontani.