WHEN EVIL LURKS | Recensione del film horror di Demián Rugna

Se cercate i classici cliché dell’horror sulla possessione demoniaca – esorcismi, teste che ruotano a 360 gradi, oggetti volanti, croci rovesciate e preti sudati che pregano in latino – When Evil Lurks potrebbe deludervi. Il film del regista argentino Demián Rugna, infatti, si discosta dai sentieri battuti del genere, proponendo una visione originale e inquietante del male che si insinua nell’anima e nel corpo delle sue vittime.

In questo film, la possessione non è un evento isolato, ma un’epidemia che si propaga come un virus, contaminando l’ambiente circostante e corrodendo le relazioni umane. La comunità rurale in cui si svolge la storia è un microcosmo di paura e sospetto, dove la normalità è stata sovvertita da una presenza maligna che si manifesta attraverso corpi deformati (il marcio), animali inquietanti e comportamenti disturbati.

In un villaggio sperduto, due fratelli Pedro (Ezequiel Rodríguez) e Jimmy (Demián Salomón) che gestiscono una fattoria si imbattono in un uomo posseduto da un demone. Al fine di fermare ad ogni costo il demone, decidono di sbarazzarsi dell’uomo, ma finiscono involontariamente per aiutarlo a scatenare l’inferno. L’entità infesta prima un’intera fattoria, avvelenando il bestiame locale e chiunque vi entri in contatto viene consumato dalla possessione. I due cercano di sbarazzarsi dell’entità, ma finiscono per aumentare la sua potenza, scatenando una vera e propria epidemia di possessioni nella comunità rurale.

Lontano dai cliché, Rugna ci trasporta in una realtà rurale, dove la possessione si manifesta come una malattia contagiosa, un’infezione che corrode non solo l’individuo, ma tutta la comunità. La lenta e inesorabile trasformazione dei personaggi, la paura di un contagio indefinibile e la sensazione di impotenza di fronte a un male assoluto creano un’atmosfera opprimente e claustrofobica. E le regole per evitare di essere posseduti non aiutano a mitigare quella sensazione di costante pericolo.

Rugna, con abile maestria, gioca con le nostre aspettative, creando un crescendo di tensione attraverso immagini forti e agghiaccianti. Non si tratta solo di effetti gore gratuiti, ma di una rappresentazione viscerale di un male che si insinua nella carne e nell’anima. La violenza, quando arriva, è cruda e spietata, ma sempre funzionale alla narrazione e all’atmosfera generale del film.

Ciò che rende When Evil Lurks un’opera originale che lascia il segno è la sua capacità di andare oltre il semplice horror soprannaturale. Il film, infatti, riflette sulla fragilità dell’uomo di fronte a un male che non può essere fermato, sulla paura di perdere le persone care e sulla necessità di affrontare le nostre paure più profonde. Un film che parla di noi stessi in modo diretto mostrandoci il marcio di cui siamo fatti.

(When Evil Lurks di Demián Rugna. 2024, Argentina, horror, 99′)